Dieci cose che è bene sapere prima di intraprendere un tirocinio

1) Il tirocinio non è un rapporto di lavoro!

La natura del tirocinio non è quella di un rapporto di lavoro, bensì di una “relazione di apprendimento” attiva ed esperienziale in un ambiente professionale.

L’attivazione di un tirocinio non determina, quindi, una prestazione professionale, ma una collaborazione formativa tra un ente ospitante (l’azienda), un soggetto promotore (sia esso un istituto scolastico o universitario o un altro soggetto autorizzato) e il/la giovane tirocinante.

2) Ospitare un tirocinio è un impegno da non sottovalutare

Intraprendere un progetto di tirocinio richiede all’azienda ospitante un impegno complesso, di tipo organizzativo, gestionale e formativo, che è bene non sottovalutare.

Infatti, il/la tirocinante nutre legittimamente delle attese (formative e di crescita professionale) nei confronti dell’azienda che sta per ospitarlo, che devono essere ben riposte affinché l’esperienza venga, poi, valutata come positiva. Per questo, tutte le fasi del tirocinio (dalla ricerca del candidato, alle procedure di attivazione con l’ente promotore, passando per l’accoglienza del/della tirocinante fino alla sua valutazione finale) devono presupporre, da parte dell’impresa, accuratezza, attenzione e “sensibilità” da attivare a tutti i livelli.

3) La “bontà” di un tirocinio è data da quanto si impara attraverso di esso

L’efficacia del tirocinio è determinata dal suo valore formativo. Questo valore è tanto più elevato quanto più il progetto formativo individuale consente effettivamente al/alla tirocinante di acquisire specifiche abilità e competenze (di tipo sia tecnico-specialistico, sia strategico-trasversale), spendibili sia a livello professionale per facilitare la transizione al lavoro, sia in chiave di auto-orientamento per la messa a fuoco di un proprio progetto professionale.

4) Il tirocinio mette al centro l’impiegabilità della persona

L’essenza del tirocinio è la sua capacità di accrescere l’employability della persona, intesa come il suo livello di competitività nel mercato del lavoro, in termini di competenze e skill professionali possedute.

Ciò che, in altre parole, determina il giudizio positivo sul tirocinio è la misura in cui, attraverso quella esperienza, la persona avrà acquisito un maggior grado di consapevolezza su cosa sa fare e su cosa può offrire, anche ai fini dello sviluppo dell’auto-imprenditorialità e della promozione della persona (concetto del self-branding).

5) Il ruolo del tutor aziendale è importantissimo

Il/La tirocinante deve sempre operare in affiancamento al proprio tutor che è il supervisore delle sue attività e al quale la persona in tirocinio è tenuta a rispondere. È il tutor aziendale a fare da “garante” del valore formativo del tirocinio ed è esso il tramite attraverso cui il tirocinio viene correttamente gestito e valutato, in coordinamento con il tutor del soggetto promotore. Fare il tutor è un ruolo impegnativo da non sottovalutare!

6) Tirocini curriculari: sì grazie!

L’ambito di utilizzo più appropriato del tirocinio è certamente quello dei cosiddetti tirocini “curriculari”, quelli cioè per studenti inseriti nel sistema scolastico, universitario o della formazione professionale. Si tratta dei tirocini che le istituzioni educative riconoscono come parte integrante del percorso di studio del loro studente e che, come tali, presuppongono un’autentica partecipazione formativa dell’impresa.

In questo senso, è proprio il tirocinio curriculare nelle sue molteplici declinazioni (dai tirocini per studenti universitari ai project-work dei master, passando per i progetti di alternanza scuola-lavoro per gli allievi delle scuole superiori) a costituire la forma più autentica di tirocinio perché presuppone un ruolo attivo dell’impresa come vero e proprio “ambiente educativo” che affianca la scuola o l’università nella formazione del giovane, all’insegna di una vera e propria “alleanza” formativa.

7) Niente tirocini per attività a bassa qualifica e su compiti ripetitivi

Poiché il tirocinio è uno strumento di apprendimento, la legge vieta di utilizzarlo per attività elementari e per compiti generici e ripetitivi, dove la componente formativa è scarsa o inesistente.

8) Indennità di partecipazione: un compenso economico dell’esperienza di tirocinio

È d’obbligo riconoscere al tirocinante un’indennità di partecipazione il cui importo minimo è determinato dalle leggi regionali.

Nel caso dei tirocini curriculari il riconoscimento della indennità è solo eventuale; in questo caso, se il soggetto ospitante decide di erogare l’indennità, la previsione deve essere esplicitamente riportata nella convenzione e nel progetto formativo individuale.
Sebbene l’indennità sia indubbiamente un aspetto molto importante nella relazione di tirocinio, tuttavia sarebbe opportuno che essa non fosse l’unico fattore a incidere sulla motivazione del/della tirocinante: infatti, non va dimenticato che la qualità di un tirocinio è determinata dal suo “ritorno” formativo (in termini di competenze e abilità professionali acquisite attraverso quell’esperienza), oltre che di tipo economico.

9) I vostri tirocinanti vi giudicano… soprattutto in rete

Attivare un tirocinio con persone giovani significa aver a che fare con “nativi digitali”, per i quali la vita di relazione è legata in modo determinante alle nuove tecnologie e ai social network. In questo senso, è bene ricordare che esperienze individuali di tirocinio vissute dai giovani come positive potranno essere condivise nelle numerose comunità on-line dedicate al tema dell’inserimento nel mondo del lavoro, generando per l’azienda benefìci di immagine e vantaggi in termini di employer branding. Ma attenzione: è vero anche il contrario!

10) Non c’è solo il tirocinio: in molti casi è preferibile l’apprendistato

Il tirocinio non è l’unico strumento di primo contatto nel mondo del lavoro per i giovani: l’apprendistato (sia quello di tipo professionalizzante, sia quello di alta formazione) può essere, in molti casi, uno strumento alternativo più idoneo per valorizzare il talento e le competenze dei giovani in ambito aziendale.